mercoledì 14 marzo 2012

L'uomo salva passeggini: Trenitalia lo assuma!

Viaggio apocalittico con figli al seguito. Per ovviare alla disperazione di trascorrere cinque ore in treno in piedi girovagando per i vagoni alla scoperta di ogni singolo angolo di sporco ci sia da raccogliere, ho scelto il viaggio serale. Partenza da Rimini ore 18.48, arrivo a Bari ore 23.25.
I bimbi, ho cantato vittoria prima di salire, dormiranno poco dopo essere partiti. Alle 21.30 io ero uno straccio e sì che avrei dormito, loro eccitati come se con il biglietto ci avessero regalato anche una dose di nano doping!
Ma il punto non è questo. Ho scoperto che esiste una categoria di uomini che Trenitalia non dovrebbe affatto lasciarsi scappare: li definirei salva passeggini.

La scena del nostro arrivo in stazione era di quelle benauguranti. Mezzora prima della partenza, giusto in tempo per fare le cose con calma e non fiondarsi alla cattura del treno qualche istante prima della partenza. Nemneno a dirlo. Considerando che tra valigie, pargoli e passeggini il peso da trasportare era da guiness, optiamo per l’ascensore. Eh, già: un metodo comodo e veloce per raggiungere un binario lontano anni luce dall’ingresso della stazione. O, almeno, lo sarebbe se il secondo ascensore, quello che dopo la discesa deve farti risalire, non fosse rotto. Affatto pronti alla faticaccia, ne sentiamo tutto il peso. Ma l’obiettivo è raggiunto lo stesso. Con il fiato sotto i piedi quindici minuti prima della partenza del treno noi siamo sul nostro binario.

“Attenzione, si avvisano i signori viaggiatori che le carrozze di prima classe sono al centro del treno”. Quelli che viaggiano in seconda classe, dunque, sono due volte disgraziati: perché non viaggiano in prima e perché non meritano nemmeno di sapere da che parte del treno alberga la propria carrozza.
Noi, per esempio, eravamo dalla parte opposta, con la diretta conseguenza che l’arrivo del treno ci ha trovati lo stesso impreparati. Neanche una bustina di valium in questa circostanza ti aiuterebbe a non farti prendere dal panico. Tre valigie, due nani e un passeggino sarebbero troppi per chiunque. E così, quando il treno fischia il suo arrivo e i 200 passeggeri sono scesi a Rimini (tutti dalla carrozza otto, la tua!), il panico raggiunge livelli surreali. Io e Gastone ci passiamo le valigie: “Corri, prendi questa, la borsa, i bambini....”, con la reale consapevolezza che può capitare a chiunque di lanciare figlioli e valigie sul treno e restare a terra!

Ecco che fa il suo ingresso il gentleman salva passeggini. Capello ultraspazzolato, sorriso Durbans, occhio azzurro abbagliante. Agguanta il tuo passeggino con figliolo dentro, riesce a farlo miracolosamente passare dalla porta del treno, ti carica le due valigie restanti, si assicura che tu sia salita sul treno. E quando gli dici: “Davvero, grazie”, lui ti risponde: “Dovere!”.

Il senso di gratitudine è talmente elevato che hai persino scordato di salutare Gastone che aspetta lì, sotto il treno, un cenno di saluto in segno di arrivederci, goditi questi giorni senza di noi che noi ci godiamo il viaggio!

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